Il picco dell'epidemia di bostrico in Trentino è alle spalle
Rischio idrogeologico aggiornate mappe aree danneggiate da Vaia
Il picco dell'epidemia di bostrico in Trentino è alle spalle, ma prosegue il monitoraggio e la messa in campo di misure di contenimento. Intanto, lo sguardo è proiettato verso il ripristino, con le attività di rimboschimento al ritmo di 450.000 piantine all'anno. Il rischio rimane elevato in 107 dei 442 catasti che compongono la provincia di Trento, anche se nell'insieme il volume dei danni segnalati si è ridotto da 1,5 milioni di metri cubi di alberi nel 2022-2023 ai circa 0,6 milioni di metri cubi nel 2023-2024. L'aggiornamento su dati e strategie è contenuto nel "Piano per l'organizzazione degli interventi di utilizzazione per la lotta fitosanitaria e di ricostituzione dei boschi danneggiati", approvato oggi dalla Giunta provinciale, su proposta dell'assessore alle foreste Roberto Failoni. La nuova classificazione vede passare 'a rischio basso' 34 comuni catastali; quelli che passano 'a rischio medio' sono 16 (giallo) e infine passano 'a rischio elevato' (rosso) 27 comuni catastali. La maggior concentrazione delle aree ad elevato rischio della pullulazione - ossia della diffusione - del bostrico è concentrata nel Trentino orientale: il più colpito da Vaia nel 2018. Per quanto riguarda le potenziali ricadute di tipo idrogeologico, è stato aggiornato l'impatto delle aree gravemente danneggiate da Vaia e dal bostrico sui principali bacini idrografici. Appare in aumento la superficie danneggiata nel bacino dell'Avisio, che passa dal 13% al 15,5% e del Vanoi (dall'8% al 9,6%). L'aumento appare invece più contenuto sui bacini del Fersina (dall'11% al 12,1%) e del Cismon (dal 13% al 14,1%). Nel bacino del Brenta l'aumento della superficie di bosco gravemente danneggiata, si limita a passare dal 10% al 10,5%.
E.Dorame--LGdM