La Gaceta De Mexico - Endometriosi, una corretta alimentazione può contrastare sintomi

Endometriosi, una corretta alimentazione può contrastare sintomi

Endometriosi, una corretta alimentazione può contrastare sintomi

Renzini, "importante alleato nel ridurre lo stato infiammatorio"

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Nel nostro Paese, le donne con diagnosi conclamata di endometriosi sono almeno 3 milioni: il 10-15% della popolazione femminile che ne soffre si trova in età riproduttiva e il 30-50% è infertile o ha difficoltà a concepire. Un corretto stile alimentare può tuttavia contribuire a migliorare lo stato di infiammazione. L'endometriosi, in particolare, è la presenza della mucosa che normalmente riveste esclusivamente la cavità uterina, all'esterno dell'utero. "Le donne che ne soffrono possono curare la loro alimentazione con il fine di ridurre i sintomi, migliorare la risposta al dolore e abbassare il livello di estrogeni, responsabili del peggioramento della sintomatologia" spiega Mario Mignini Renzini, referente medico per gli aspetti clinici dei Centri Eugin, responsabile del Centro di PMA della Casa di Cura La Madonnina di Milano, specialista in Ginecologia e Ostetricia ed esperto in Medicina della Riproduzione, in vista della Giornata mondiale dell'endometriosi (28 marzo). La dieta per il controllo dei sintomi dell'endometriosi prevede l'assunzione di alimenti che costituiscono un valido supporto ai processi metabolici positivi. Per esempio, si consiglia di aumentare il consumo di alimenti ricchi di omega-3, quali frutta secca, semi, salmone, pesce azzurro e avocado. Inoltre, occorre aumentare il consumo di frutta e verdura in quanto ricche di vitamine e di proprietà antinfiammatorie, preferire le carni bianche rispetto alle carni rosse e consumare uova, limitando latticini, grani raffinati e grassi, in quanto possono contribuire a un peggioramento del processo infiammatorio. La tempestività con cui si individua la malattia è infine fondamentale, "poiché l'aggravarsi porta ad una riduzione della fertilità e va a sommarsi al fattore tempo, che di per sé incide sulla fertilità femminile, la quale subisce un drastico declino a partire dai 35 anni".

S.Moreno--LGdM