Leucemia mieloide acuta, sperimentati nuovi farmaci
Studio dell'Irst di Meldola e dell'università di Parma
Nuovi approcci terapeutici contro la leucemia mieloide acuta: sulla rivista Nature Communications i risultati di uno studio condotto da Università di Parma e Irst di Meldola, nel Forlivese. L'articolo, che vede come primo autore il biologo Irst, Matteo Marchesini - per anni ricercatore Unipr - è il risultato di un progetto condotto dal gruppo di ematologia traslazionale e chemogenomica diretto dal professor Giovanni Roti, docente e direttore presso l'Azienda ospedaliero-universitaria di Parma. E' stata identificata una proteina che, se colpita da una particolare classe di farmaci, potrebbe 'spegnere' un fattore scatenante la forma di leucemia mieloide più aggressiva. Le ricercatrici e i ricercatori impegnati nello studio sono partiti da uno screening di farmaci ad ampio spettro, valutando le interazioni di oltre 5mila molecole con cellule leucemiche in coltura caratterizzate dal riarrangiamento del cromosoma 3q26. Hanno così trovato che una particolare classe di farmaci, la classe di inibitori delle deacetilasi istoniche (HDACi), era quella maggiormente in grado di bloccare la proliferazione delle cellule tumorali. I farmaci sono stati quindi sperimentati in colture tridimensionali di leucemia mieloide acuta. Per chiarire il meccanismo d'azione di questi farmaci, che peraltro sono già disponibili e sperimentati per sicurezza ed efficacia in altri contesti, sono state identificate le proteine che interagiscono con la disfunzione che caratterizza la forma di Aml più aggressiva studiata Un risultato che pone concrete basi per lo studio di nuove combinazioni terapeutiche o per lo sviluppo di nuovi farmaci per trattare con maggior efficacia questo sottogruppo di pazienti affetti da Aml.
L.A. Beltran--LGdM