Un farmaco per il diabete rallenta l'invecchiamento del cervello
Uno studio sulle scimmie ha osservato l'effetto della metformina
La metformina, uno dei farmaci più prescritti al mondo e utilizzato per abbassare i livelli di zucchero nel sangue nelle persone con diabete, può ritardare gli effetti dell'invecchiamento sul cervello. A dimostrarlo è uno studio, pubblicato sulla rivista scientifica Cell, che ne ha monitorato l'effetto sulle scimmie per più di tre anni. Diversi studi hanno già testato l'effetto della metformina per il cancro e le malattie cardiovascolari, inoltre il farmaco ha mostrato di avere effetti anti-invecchiamento, ma non era stato testato direttamente nei primati. Per questo i ricercatori, guidati da Guanghui Liu, biologo dell'Accademia cinese delle scienze di Pechino, hanno deciso di testare il farmaco su 12 anziani macachi, utilizzando altre 16 scimmie anziane e 18 giovani come gruppo di controllo. I macachi hanno assunto il farmaco ogni giorno per 40 mesi, che equivalgono a circa 13 anni nella vita di un essere umano. I ricercatori hanno quindi prelevato campioni da 79 tipi di tessuti e organi degli animali ed esaminato il cervello per determinare l'età biologica dei tessuti. Hanno così osservato che le scimmie che hanno ricevuto metformina mostravano un declino cerebrale più lento e la loro attività neuronale assomigliava a quella delle scimmie sei anni più giovani. Inoltre il farmaco ha rallentato l'invecchiamento biologico dei tessuti di polmone, rene, fegato e pelle, e ha frenato l'infiammazione cronica, tipica dell'invecchiamento. Gli autori hanno anche identificato un possibile meccanismo alla base di questo, ovvero l'attivazione di una proteina chiamata NRF2, che protegge dal danno cellulare innescato dalle infiammazioni. Sebbene questi risultati siano incoraggianti, lo studio ha esaminato un piccolo campione di animali e saranno necessarie molte più ricerche. Ma Liu e i suoi colleghi hanno già avviato una sperimentazione su 120 persone per verificare se il farmaco ritarda l'invecchiamento negli esseri umani.
M.Lozano--LGdM