Le città promuovono salute, 10 anni di Cities Changing Diabetes
Il progetto ha coinvolto 23 milioni di persone
Evidenziare il rapporto tra urbanizzazione e malattie croniche, con l'obiettivo di promuovere iniziative per salvaguardare la salute dei cittadini. È nata con questo obiettivo, 10 anni fa, il progetto Cities Changing Diabetes, grazie a una partnership tra Novo Nordisk, l'University College of London e Steno Center di Copenaghen. Nel corso di un decennio, in Italia l'iniziativa ha toccato 14 Città metropolitane e 1.300 comuni, con il coinvolgimento di ben 23 milioni di persone, ovvero il 40 per cento degli italiani. La celebrazione dell'anniversario, presso l'Istituto Luigi Sturzo a Roma, è stata occasione per fare il punto sui risultati e le nuove sfide. Dal suo lancio nel 2014 con 5 città partner, la rete è cresciuta fino a raggiungere a livello globale oltre 200 partner in 46 città e in 24 Paesi, con quasi 250 milioni di abitanti coinvolti. "Il successo del Progetto Cities Changing Diabetes sta nel potente messaggio di consapevolezza che ha saputo radicare in tutti i comuni italiani - commenta Roberto Pella, presidente f.f. dell'Anci e presidente dell'Intergruppo parlamentare Qualità di Vita nelle Città -. In questi primi dieci anni, abbiamo visto nascere piani di azioni per promuovere consapevolezza su malattie connesse alla sedentarietà, come obesità e diabete". Ora però il progetto si amplia, diventando 'Cities for Better Health': con una visione olistica della salute, si propone di dare priorità alla prevenzione e all'equità sanitaria. "C'è ancora molto da fare - sottolinea - Alfredo Galletti, corporate vice president Novo Nordisk Italia - per creare città più sane e sostenibili, in grado di contrastare le malattie croniche, ma anche di garantire un equo benessere socio-economico, nel rispetto dell'ambiente". Una buona salute è alla base dello sviluppo sociale ed economico di un paese. "Questo implica - conclude Anders Carsten Damsgaard, ambasciatore di Danimarca in Italia - che tutti gli Stati Europei dovranno ripensare ai servizi sanitari per renderli più sostenibili, anche creando collaborazioni tra pubblico e privato, necessarie per realizzare un sistema sanitario virtuoso".
A.Sandoval--LGdM