Con Covid grave cervello 20 anni più vecchio a un anno ricovero
Studio, deficit riscontrati in pazienti finiti in ospedale
Il Covid in forma grave potrebbe far invecchiare il cervello di 20 anni. Uno studio pubblicato su Nature Medicine mostra che a oltre un anno dall'infezione che ha richiesto il ricovero alcuni pazienti riportano declino cognitivo e danni cerebrali visibili, con riduzione del volume della materia grigia pari a quello che si vedrebbero dopo 20 anni di invecchiamento. Lo studio, coordinato da esperti in Gran Bretagna tra Università di Liverpool e Southampton, riporta i biomarcatori nel sangue e immagini di risonanza magnetica di 351 pazienti con Covid-19 e ricovero, confrontati con 2.927 individui di controllo abbinati per età, sesso e altri fattori. I deficit cognitivi riscontrati nei pazienti Covid erano globali e associati a marcatori elevati di danno cerebrale. La gravità dell'infezione iniziale, la comparsa di sintomi psichiatrici in fase post-acuta e l'aver avuto una storia clinica di encefalopatia sono i fattori che portano ai maggiori deficit cognitivi a un anno dal ricovero. "Dopo il ricovero per Covid - ha spiegato la prima autrice del lavoro Greta Wood dell'Università di Liverpool - molte persone riportano sintomi cognitivi persistenti spesso definiti come 'nebbia mentale' o nebbia cognitiva. Tuttavia, prima di questo studio non era chiaro se a queste sensazioni soggettive del paziente potesse corrispondere una prova oggettiva di un deficit cognitivo e, se sì, se esistesse un'evidenza biologica di danno cerebrale e, soprattutto, se i pazienti si riprendessero nel tempo". In positivo, però, si è visto su 106 pazienti seguiti più a lungo che vi è una tendenza al recupero delle abilità cognitive. Complessivamente, questi risultati supportano l'ipotesi che il danno cerebrale nel Covid-19 moderato-severo possa essere mediato dal sistema immunitario e che si dovrebbe orientare lo sviluppo di strategie terapeutiche.
A.Munoz--LGdM