Salute mentale, 'manca il 30% del personale, 7.500 operatori'
Allarme dei direttori di dipartimento: servono altri 2 miliardi
La salute mentale ha bisogno di almeno 2 miliardi in più e del 30% di personale in più, pari a circa 7.500 operatori. Tanti ne mancano infatti per per poter prendere in carico tutte le persone che hanno bisogno di aiuto. A chiederlo è il Collegio Nazionale dei Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale, che denuncia come quest'area sia diventata una sorta di "Cenerentola della sanità pubblica" e "fantasma nei lavori del G7 Salute", stretta tra poco personale e una crescita del disagio psichico. Uno dei problemi più urgenti è la scarsità di risorse economiche e professionali. "Chiediamo che almeno il 5% del Fondo Sanitario Nazionale e Regionale venga destinato alla salute mentale - osserva Giuseppe Ducci, vicepresidente del Collegio dei direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale e direttore del Dipartimento della ASL Roma 1 -. La quota di spesa per l'assistenza psichiatrica, oggi è in calo in media al 2,5% del Fondo, pari a poco più di 3 miliardi e mezzo, e rende l'Italia fanalino di coda in Europa tra i Paesi ad alto reddito. Per raggiungere il 5% previsto dalla conferenza unica Stato-Regioni solo per la salute mentale degli adulti, servono almeno 2 miliardi in più". Queste risorse sono essenziali per garantire l'adeguamento degli organici. Nei dipartimenti sono presenti infatti circa 25.000 operatori tra psichiatri, psicologi, infermieri e educatori, cioè 55 per ogni 100mila abitanti, oltre il 30% in meno (circa 7.500 unità, ndr) rispetto a quanto previsto dagli standard recepiti in Conferenza Stato-Regioni, che prevedono 83 operatori ogni 100mila abitanti. "La salute mentale in Italia ha fatto significativi passi avanti a partire dalla Legge 180, conosciuta come Legge Basaglia, che ha promosso un approccio comunitario, fondato sul rispetto della soggettività e dei diritti della persona - afferma Fabrizio Starace, presidente del Collegio dei Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale e direttore del Dipartimento di Modena -. Tuttavia, i cambiamenti degli ultimi decenni, come il dilagare dell'abuso di sostanze e dei social, impongono di aggiornare la qualità dell'assistenza psichiatrica in tutte le fasce di età".
A.Sandoval--LGdM