La Gaceta De Mexico - In Australia la demenza sta diventando la prima causa di morte

In Australia la demenza sta diventando la prima causa di morte

In Australia la demenza sta diventando la prima causa di morte

Sta per superare le malattie cardiache

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La demenza è sul punto di superare le malattie di cuore come maggiore causa di morte in Australia. Cifre compilate dal Bureau di Statistica mostrano che le malattie di cuore, maggior causa di morte per gli australiani almeno dagli anni 1960, stanno per essere superate dalla demenza e dal morbo di Alzheimer. Il numero totale di decessi, di 183.131 nel 2023, è diminuito di oltre il 4% rispetto al 2022, per effetto in gran parte alla netta diminuzione nel numero di persone morte di Covid-19. Dopo la morte per Covid di 9862 persone nel 2022, quando è stata la terza maggiore causa, le vittime sono state 5001 nel 2023, quando è stata la nona causa più comune. Nel 2023 sono morte 16.922 per malattie di cuore, il numero più basso dal 2019, mentre il numero di vittime di demenza e di Alzheimer ha raggiunto le 16.685. Due terzi delle vittime di demenza nel 2023 erano donne e la demenza rimane la maggiore causa di morte per le donne, al tasso di 12,2% contro il 6,4% delle morti maschili - il che secondo il Bureau è attribuibile alla maggiore aspettativa di vita delle donne.. Secondo la presidente di Dementia Australia, prof. Tanya Buchanan, "senza un intervento significativo, si prevede che il numero di morti per demenza arriverà a 812.500 nel 2054. "E' cruciale intervenire adesso e concentrarsi sulla salute cerebrale della nazione, oltre a fornire supporto più mirato ed efficace a che è impattato dalla demenza". Il suicidio è rimasto la principale causa di morte prematura nel 2023, al tasso di 12,1 per 100 mila persone. Tre persone su quattro morte per suicidio erano maschi. L'età mediana delle persone morte per suicidio è stata 45 anni (rispetto a 82 anni per tutte le morti), ma scende a 33 anni per gli australiani indigeni. Tra questi la probabilità di morire per suicidio (30,2 per 100 mila) è quasi il triplo rispetto a non indigeni (11,3 per 100 mila).

S.Olivares--LGdM