Stampa internazionale, nessun allarme metapneumovirus in Cina
Nyt: "non è nuovo Covid"; WP: "paghiamo cicatrici pandemia"
Al momento non c'è nessun allarme metapneumovirus in Cina. È il messaggio che nelle ultime ore arriva dagli esperti di sanità pubblica sulla stampa internazionale dopo che nei giorni scorsi, su diverse testate e soprattutto sui social, era stata segnalato un aumento anomalo di infezioni e dei ricoveri dovuti a questo agente patogeno scoperto nel 2021 e appartenente alla stessa famiglia del virus respiratorio sinciziale. Secondo quanto riportato da fonti di stampa locali, il 27 dicembre i rappresentati di diverse autorità sanitarie cinesi hanno reso note le tendenze relative alle malattie infettive respiratorie nel paese. Tra i primi agenti patogeni responsabili delle sindromi simil influenzali figurava, oltre all'influenza a cui si doveva il maggior numero di infezioni, anche il metapneumovirus, per il quale si è registrata una crescita soprattutto negli under 14 in alcune aree del Nord del Paese. Tuttavia "la portata e l'intensità delle malattie infettive respiratorie quest'anno sono inferiori rispetto all'anno scorso", ha precisato Kang Diao, a capo dei Cdc cinesi. "Un aumento di un virus di routine in Cina ha scatenato terribili titoli e post sui social media", segnala il Washington Post che sottolinea come l'allarme "riflette le cicatrici della pandemia". Il New York Times ha chiarito che anche se l'aumento delle infezioni respiratorie in Cina "evoca echi bui dell'inizio della pandemia di Covid", "la situazione è del tutto diversa e molto meno preoccupante". Sul Guardian Jacqueline Stephens, esperta di sanità pubblica della Flinders University in Australia ha affermato che siamo diventati tutti "ipervigili'. Secondo l'ultimo bollettino del sistema RespiVirNet dell'Istituto Superiore di Sanità, durante l'ultima settimana del 2024, l'1,2% dei campioni prelevati da persone con sintomi simil influenzali in Italia erano positivi al metapneumovirus, a fronte di un 16,2% ai virus influenzali, del 10% al virus respiratorio sinciziale e del 2% a SarsCoV2.
T.Salinas--LGdM