Lea Massari, il compleanno di un'antidiva ribelle
Da Antonioni ad Anna Karenina, 91 anni lontano dai riflettori
Il 30 giugno Lea Massari festeggia 91 anni lontano dai riflettori. Diva scontrosa, appassionata, irripetibile, Lea (al secolo Anna Maria Massatani) ha tagliato di netto ogni frequentazione con quel mondo già nel 1990, quando il giovane Ottavio Fabbri la convinse ad apparire per l'ultima volta in "Viaggio d'amore" a fianco di Omar Sharif. Nasce a Roma, a Monteverde Vecchio, il 30 giugno 1933 da una famiglia borghese, vivrà da bambina in Spagna, Francia, Svizzera, a Roma avrà casa a Prati e poi ai Parioli. Nei primi anni '50 si iscrive alla facoltà di architettura, disegna, suona, cerca la sua indipendenza come indossatrice nella stagione delle Miss Italia e delle "maggiorate". Un amico di famiglia, lo scenografo Pietro Gherardi, le fa da pigmalione e convince Mario Monicelli a farla debuttare in "Proibito" dal celebre romanzo di Grazia Deledda: è il primo contatto con quella Sardegna che le rimarrà sempre nel cuore. Con il film successivo - "I sogni nel cassetto" (1957) di Renato Castelllani - si mostra subito attrice istintiva e originale, dominatrice della scena. Litiga però col produttore Angelo Rizzoli e toccherà a Michelangelo Antonioni riportarla a Cinecittà per "L'avventura" nel 1960. A fianco di Monica Vitti accetta un personaggio destinato a uscire di scena prematuramente, ma si porta dietro quell'aura distaccata e dolente che fin troppo spesso le rimarrà incollata addosso. Tutto diverso il registro in "Una vita difficile" di Dino Risi in cui, insieme ad Alberto Sordi, si cuce addosso un personaggio indimenticabile, verissimo e spontaneo. Nei primi anni '60 apparirà in pellicole sempre diverse con autori come Sergio Leone, Mauro Bolognini, Nanni Loy, vincendo il Nastro d'argento per "I sogni muoiono all'alba" dal racconto autobiografico di Indro Montanelli. Se ne va in Spagna con Carlos Saura ("I cavalieri della vendetta", 1964), in Francia con Alain Cavalier ("Il ribelle di Algeri" con Alain Delon) dove viene celebrata e "adottata" proprio mentre in patria pochi si fidano del suo carattere ribelle ai compromessi. Intanto la tv ne fa un'autentica diva e un personaggio popolare come per la Monaca di Monza nei "Promessi sposi" e l'"Anna Karenina" di Sandro Bolchi , mentre a teatro trionfa nel "Rugantino" del 1962 con Manfredi e Fabrizi. Nel 1970 ottiene un clamoroso successo con "L'amante" di Claude Sautet e l'anno dopo Louis Malle le offre il ruolo della vita in "Soffio al cuore" che rimarrà il suo film più caro nonostante un'infamante accusa di "seduzione di minore" da parte dei giudici italiani, poi risolta in assoluzione piena.
R.Andazola--LGdM