Al Lido cinque donne tra eros, aborto, terre e natura
Steigerwalt, Reijn, Tsangari, Kulumbegashvili e Delpero
Cinque registe donna su ventuno in concorso (una più dell'anno scorso) e, tra queste, due italiane. Questo lo scenario dell' 81/ma edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (28 agosto - 7 settembre). Tra i temi scelti ben due registe scelgono l'erotismo, la sessualità - è il caso di 'Diva futura' di Giulia Louise Steigerwalt e 'Babygirl' di Halina Reijn -; Athina Rachel Tsangari con 'Harvest' ci porta nella campagna inglese a fine cinquecento quando le terre passano sotto il controllo diretto e legale dei proprietari terrieri; Déa Kulumbegashvili in April racconta di un'ostetrica che pratica aborti clandestini" e, infine, Maura Delpero che in Vermiglio ci porta con uno sguardo alla Olmi in un paesino delle Dolomiti ai confini con l'Austria alla fine della seconda guerra mondiale. Intanto 'Diva futura' di Giulia Louise Steigerwalt è la storia dell'omonima agenzia di casting e produzione di Riccardo Schicchi (Pietro Castellitto). Siamo negli anni '80/'90 e Schicchi con la sua agenzia fa una piccola rivoluzione della cultura di massa nel segno dell'amore libero. Sotto la sua guida Ilona Staller, Moana Pozzi, Eva Henger diventano icone pop del mondo del porno e, soprattutto, entrano nelle case degli italiani grazie al boom delle tv private. La parola 'pornostar', è definitivamente sdoganata e Ilona Staller, detta Cicciolina, nel 1991, fonda assieme alla collega Moana Pozzi il Partito dell'Amore, che lotta per la liberalizzazione dell'educazione sessuale. Questo pezzo di storia italiana è visto attraverso lo sguardo di Debora, giovane segretaria dell'agenzia con un mutuo sulle spalle. In 'Babygirl' thriller erotico della regista Halina Reijn, "Nicole Kidman è Romy una manager insoddisfatta che cerca conforto in un rapporto sadomaso con Harris Dickinson", così sintetizza Alberto Barbera.
A.Sandoval--LGdM