Luca Marinelli, essere M doloroso poi sono tornato antifascista
"Da attore il giudizio si sospende sempre, da spettatore no"
(dell'inviata Alessandra Magliaro) È tornato con la barba folta, i capelli lunghi e curati, gli occhi azzurri: è tornato lui, Luca Marinelli, da un viaggio scomodo, trasformato fisicamente con make up durati ore e sette mesi di riprese per i quali è diventato M - Il figlio del secolo, ossia Benito Mussolini dal bestseller di Antonio Scurati sull'ascesa della guida del fascismo, dal 1919 al 1925 dopo il delitto Matteotti. Una serie in otto episodi prodotta da Sky Studios e da Lorenzo Mieli per The Apartment, in co-produzione con Pathé, Small Forward Productions, la regia di Joe Wright (Espiazione, L'ora più buia), in onda nel 2025. Come è stato entrare in questo personaggio storico e come uscirne? "All'inizio - ammette in un intervista all'ANSA - è stato uno choc quando mi è stato proposto il ruolo, mi ha messo pensiero decidere se accettare o no, essendo antifascista convinto non sapevo bene come potere affrontare questo progetto poi però ho incontrato il libro che mi ha sorpreso tantissimo, anche per la mia ignoranza intendiamoci, poi l'adattamento cinematografico di Stefano Bises e Davide Serino molto coraggioso e intelligente, poi incontrando il regista Joe Wright. Dopo questi incontri ho pensato che non avrei avuto vita difficile a sentirmi parte di una comunità che voleva comunicare un determinato messaggio e mi sono buttato. La sfida è stata far arrivare al pubblico il senso del progetto: siamo tutti grandemente ignoranti, non abbiamo fatto i conti con il nostro passato, come vediamo la storia si ripresenta oggi, non abbiamo veramente conosciuto cosa ci ha preceduto. Lo studio, dalla scuola in poi, è fondamentale. Il romanzo di Scurati è un ottimo punto di partenza". E come è andata? "Sicuramente è stato molto doloroso perché da attore quando si affronta un personaggio si sospende il giudizio ma questa volta sospenderlo mi pesava, era faticoso avvicinarmi il più possibile a questa persona e al dolore che ha provocato. A risolvere però è stata la complessità, l'idea che c'erano tante sfaccettature di questo personaggio da raccontare e non solo quelle note, fortemente controllate dalle immagini dell'Istituto Luce. Il trionfante, il glorioso, il violento, il pazzo e tanto altro, ma trattare certi personaggi come male assoluto, il diavolo, pazzi è la cosa che li rende più pericolosi, sono persone come noi, che vengono da noi, l'approccio più onesto è proprio far vedere che è M uno di noi". La frase del prologo, con Marinelli-M che guarda dritto in camera, ci arriva come un pugno in faccia 'Guardatevi intorno, siamo ancora tra voi'. Un esempio può essere la censura subita dallo scrittore premio Strega in Rai? "Trovo vergognoso quello che è successo a Antonio Scurati" dice senza svicolare Marinelli.
P.Ortega--LGdM