Da libro di Escribano, esce Il Maestro che promise il mare
In sala il film di Patricia Font, già candidato ai Goya
La breve stagione repubblicana nella Spagna di inizio Novecento aveva investito molte energie e risorse sulla cultura e l'istruzione, inviando maestri in ogni angolo del Paese, soprattutto nei più remoti, per combattere l'analfabetismo. Inizia così la storia vera di Antoni Benaiges, insegnante elementare che nel 1935 arriva in un piccolo e isolato villaggio di Burgos, oggi raccontata dalla regista Patricia Font ne "Il Maestro che promise il mare", film tratto dall'omonimo libro di Francesc Escribano che ne firma anche la sceneggiatura. Distribuita al cinema da Officine UBU e girata in Spagna fra Barcellona, Mura e Briviesca, la pellicola è una storia di passione: quella, fortissima, che Benaiges (interpretato oggi da Enric Auquer) mette nel suo lavoro, creando un rapporto insegnante-studenti che stravolge i canoni tradizionali fino a promettere ai ragazzi di portarli a vedere il mare per la prima volta nella loro vita. Quasi un "Attimo fuggente" spagnolo (citando il film del 1989 di Peter Weir con Robin Williams) con Benaiges che ha non pochi problemi con gli abitanti del villaggio, ma anche tanta solidarietà. Nel film, settantacinque anni dopo, è Ariana (Laia Costa), la nipote di uno di quei bambini, a riscoprire questa storia, gentile e delicata, altrimenti destinata all'oblio, spazzata via dalla grande zona d'ombra del Franchismo e della Guerra civile. E' una telefonata a spingerla a un viaggio indietro nel tempo e nei frammenti della memoria di coloro che conobbero Benaiges. Una storia di coraggio, dedizione e resistenza che ha portato "Il Maestro che promise il mare" ad essere anche candidato a cinque premi Goya.
B.Ramirez--LGdM