Dissing Fedez e Tony Effe finisce con la canzone per Chiara
Nel testo accuse all'ex moglie ma anche speranze dell'happy end
(di Cinzia Conti) Era partita con un dissing - un violento e crudo scambio di insulti e accuse reciproche in rima postate sui social in cui sono state tirati in ballo successi e insuccessi professionali ma anche donne mercificate e vilipese in modo sconcertante, ex mogli o fidanzate, e addirittura figli minorenni - tra gli ex amici Fedez (con il supporto di Niky Savage) e Tony Effe. Dopo una faida passata attraverso pezzi di attacchi reciproci, sembra finita con una canzone, "Allucinazione collettiva", pubblicata nella notte del rapper milanese, al secolo Federico Leonardo Lucia, e dedicata all'ex moglie Chiara Ferragni e alla loro relazione naufragata negli ultimi mesi. Nel testo Fedez da una parte lancia accuse all'influencer sposata nel 2018 e madre dei suoi due figli. "Penso al tuo volto e non ti riconosco/ Eppure fa male (Eppure fa male) eppure ricordo (Ehi, ehi)/ - canta Fedez - Dì al tuo avvocato che mi ha contestato un tentato suicidio/ Che chiedo scusa, che chiedo venia, per procurato fastidio/ Ho preso le gocce e no pezzi di vetro perché sapevo che non volevi che si sporcasse il tappeto (che c... di spreco)/ Valori e ideali, perle ai maiali/ I nostri c... messi in Piazza Affari/ La nostra è una gara a chi corre ai ripari/ Finché magistrato non ci separi". E all'entourage della Ferragni: "Hai visto i tuoi amici? Sono yes man/ Saranno felici senza di me/ Sono parassiti, niente di che/ Io odiavo loro ma amavo te". E dall'altra però Fedez sembra sperare in un riappacificamento: "Ed io mi chiedo ancora se c'è un lieto fine a una favola infelice e storta/ Se fossi stato un altro me/ Tu un'altra te forse sarebbe tutta un'altra storia". O ancora: "Dimmi che è un incubo/ Mascherato da sogno/ Eppure lo so che mi hai donato le cose più belle che ho/ Con te ho vissuto cose che io non rivivrò mai più/ Vorrei cancellare tutta questa merda/ Guardarmi allo specchio tirarmi una sberla". Non sembra pensarla così la diretta interessata che già ieri aveva intimato ai due rapper, specialmente all'ex, di smetterla di tirarla in ballo e soprattutto di tenere fuori i bambini. In serata poi, la Ferragni aveva avvertito con tono gelido: "Questa sera non uscirà l'ennesimo dissing che ha intrattenuto molto, ma una finta canzone romantica, priva di sincerità. Un palese tentativo di sfruttare il momento, un atto violento, considerando che sono stati dieci mesi molto difficili". La Ferragni aveva spiegato che sta cercando di andare avanti nonostante tutto e chiede solo di essere lasciata fuori da questi giochi. "In molte occasioni - scrive - ho scelto di restare in silenzio, forse troppe, per proteggere chi mi sta a cuore e tutelare la mia famiglia. Ma ora sono stanca. Stanca di subire gli attacchi gratuiti, pettegolezzi infondati e dicerie velenose. Credo sia giunto il momento di mettere un punto a tutto questo e di poter vivere serenamente, senza essere trascinata in situazioni che non mi appartengono né oggi, né mai più". Del lungo dissing tra Fedez e Tony Effe, che ha preceduto tutto questo e ha monopolizzato i social in queste ultime ore, basta ricordare appunto l'estrema violenza degli "stracci" sotto forma di parole che i due si sono tirati addosso con l'aiuto per Fedez dell'altro trapper Niky Savage (che l'autore di Icon accusa di averlo copiato sia nel look che nel resto "Sei una brutta copia"). Da un lato Fedez: "Vuoi fare hype con i miei figli, Tony LucaRelli (…) ti hanno mai spiegato la differenza tra un tumore e uno str... che è accusato di essere un truffatore? Mi spiace che Chiara ti abbia dato confidenza, almeno con te possiamo dire che ha fatto beneficenza". Dall'altra Tony Effe, ex membro della Dark Polo Gang e re delle classifiche estive assieme a Gaia con Sesso e Samba: "Non si lascia una mamma sola (…). Lei ti è rimasta accanto nella malattia, e quando aveva bisogno tu sei scappato via". E ancora: "Hai fatto i figli solo per postarli, chissà che penseranno quando saranno grandi. Fai schifo, sei una vergogna".
Y.A. Ibarra--LGdM