I Carmina Burana di Carl Orff in forma scenica a Bologna
Dal 31 ottobre diretti da Marco Angius al Comunale Nouveau
I Carmina Burana di Carl Orff, tra le pagine più amate del Novecento, tornano nel calendario operistico bolognese nella loro forma più spettacolare, una versione semiscenica accompagnata da creazioni video. In città il capolavoro del compositore tedesco negli ultimi anni è stato presentato con notevole frequenza nella versione "cameristica" per solisti, coro, 2 pianoforti e percussioni, ma la versione per grande orchestra sinfonica manca dal 2013, quando venne eseguita dalla Filarmonica del Teatro Comunale con il Coro di Santa Cecilia. Ora il ritorno dopo 11 anni. La cantata scenica, il 31 ottobre e il 2 novembre alle 20 e il 3 alle 16 al Comunale Nouveau, sostituisce l'annunciata nuova opera di Alessandro Solbiati "La voce del silenzio", ancora in fase di completamento e rimandata alle prossime stagioni, quando la programmazione riprenderà nella sede storica di Piazza Verdi. Questa nuova produzione di Carmina Burana si avvarrà della direzione di Marco Angius, artista di casa al Comunale, specializzato nel repertorio novecentesco (il brano è stato composto tra il 1935 e il 1936, in pieno regime nazista), sul podio dell'Orchestra, del Coro e Coro di Voci Bianche del Teatro Comunale e di un terzetto di solisti composto dal soprano Maria Eleonora Caminada, dal tenore Marco Ciaponi e dal baritono giapponese Tamon Inoue. Strutturati in un prologo, cinque parti e un finale, i Carmina Burana sono basati su 24 canti medievali goliardici in latino, francese antico e alto tedesco medio tratti dal Codex Buranus, proveniente dall'abbazia di Benediktbeuern in Baviera. Carl Orff ne venne a conoscenza nel 1934, rimanendone stregato, tanto che, secondo le sue stesse parole, "incominciò un vagliare e cercare, un trovare e gettar via finché ogni particolare del gran mucchio venne a delinearsi sempre meglio". Al Nouveau, la musica sarà accostata alle creazioni video appositamente realizzate per lo spettacolo da Innovio Arts, che uniscono l'iconografia del "Codex Buranus" e di altri codici medievali con la raffigurazione fantastica che il cinema coevo di Orff dà del Medioevo.
F.Deloera--LGdM