Marco Perego, l'italiano in corsa per l'Oscar al miglior corto
Regista di Dovecote, girato a Venezia con la moglie Zoe Saldaña
(di Lucia Magi) Oltre a Vermiglio di Maura Delpero, c'è un altro film tutto italiano rimasto in corsa per gli Oscar. Si tratta del cortometraggio Dovecote, girato a Venezia dal regista Marco Perego e interpretato da sua moglie Zoe Saldaña, Marcello Fonte, Gaia Scodellaro, Marilena Anniballi e dalle detenute del carcere femminile della Giudecca. Nato nel 1979 e cresciuto a Salò, sul Lago di Garda, a 21 anni Perego si è trasferito a New York per seguire la sua vocazione di artista visivo. Oggi vive fuori Los Angeles con la moglie e i tre figli. Risponde al telefono all'ANSA, in giornate molto impegnative per tutta la famiglia: lui è impegnato nella campagna di sostegno al suo cortometraggio; la moglie deve aggiungere anche gli impegni relativi al suo ruolo da non protagonista in Emilia Pérez, per cui è candidata a un Golden Globe e a un Critics Choice award. "L'avventura di questo cortometraggio è cominciata quando Chiara Parisi e Bruno Racine mi hanno chiesto di partecipare al padiglione della Città del Vaticano dell'ultima Biennale d'Arte. Avevano deciso di allestirlo all'interno della casa circondariale femminile della Giudecca. Mi sono consultato con Zoe e e abbiamo subito deciso di accettare", spiega. Tra gli altri artisti invitati dai curatori c'erano Maurizio Cattelan, Bintou Dembélé, Simone Fattal o Claire Tabouret, che si è appena aggiudicata la commissione per le nuove vetrate di Notre Dame. Arrivato in laguna per i sopralluoghi, Perego ha incontrato e ascoltato le 81 detenute e ha deciso che avrebbe presentato un progetto che potesse coinvolgerle e raccontarle. "È stato un momento molto intenso. Ho imparato tanto stando con loro", ricorda il regista, che nel 2023 ha firmato il lungometraggio The Absence of Eden, sempre con Saldana e Martin Scorsese tra i produttori. Tornato negli Stati Uniti, insieme al premio Oscar per la sceneggiatura di Birdman Alex Dinelaris Jr., ha scritto una storia corale e toccante, fatta di gesti e sguardi più che di parole, centrata su una donna (Saldaña) che sta per essere scarcerata. Dovecote, "colombaia" o "piccionaia", fa riferimento ai luoghi ristretti in cui vivono le detenute, che dormono in stanzoni da 10 letti. "Questo film è un'opera cinematografica, ma anche un dialogo aperto sull'invisibilità di queste donne", racconta il regista e sceneggiatore. Un contrasto particolarmente profondo quello della reclusione silenziosa (e in bianco e nero) con la città turistica che si muove oltre le mura del carcere. "Una detenuta mi disse: 'Fuori, non so se posso ricreare questa comunità e sentirmi parte di qualcosa'. Presentato all'HollyShorts Film Festival, Dovecote è tra i 15 cortometraggi live action che l'Academy ha lasciato in gara tra i 180 che erano stati ammessi. Il 17 gennaio, Perego saprà se resta tra i cinque che il 2 marzo potranno vincere la statuetta dorata al Dolby Theatre di Hollywood.
A.Cantu--LGdM